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Questo volume, nel quale si studia la metodologia tertullianea (dando a questo vocabolo tanto il senso oggettivo quanto quello soggettivo), nasce come il prodotto, e allo stesso tempo il completamento, di una serie di articoli precedentemente pubblicati e adesso rivisti, e da una nuova serie di considerazioni che vedono la luce per la prima volta. A Tertulliano si attribuisce l'espressione 'credo quia absurdum", che in realtà non compare in nessuno dei suoi scritti conservati. Invece, vi si trova l'espressione "credibile... quia ineptum", che dà il titolo a questo studio e che è analizzata alla fine queste pagine. In primo luogo si impostano le questioni fondamentali: il linguaggio (cap. 1), come passo imprescindibile dell'ermeneutica; le fonti (cap. 2); l'uso della ragione (cap. 3); la filosofia (capp. 4 e 5); gli elementi propri del ragionamento cristiano: la regola Fidei (cap. 6), elemento di guida del pensiero tertullianeo; l'esegesi (capp. 7 e 8); le questioni storiche (capp. 9-11). Per la filosofia e per l'esegesi si è suddivisa la ricerca in due capitoli: il primo teorico, il secondo più pratico. Come conclusione, ci si sofferma sui due testi che sembrano essere stati, lungo la storia della critica, i più dibattuti e pertanto all'origine di interpretazioni di senso completamente opposto.